Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito.
Emil Cioran
Ho passato una giornata che potrebbe ispirare a Enrico Brizzi un romanzo sui suoi vecchi adolescenti ormai cresciuti (che ricorda il suo cugino cinematografico tal Gabriele Muccino). Ho riflettuto più di tutto su questo senso di vuoto che domina in me. Purtroppo oggi non ho studiato, non ho scritto, non ho letto. Oggi ho passato una giornata, o forse sarebbe meglio dire che è passata una giornata mentre io ero occupato a (non) fare altro.
Ma suicidio a parte, tanto ho tutta la vita per pensarci oggi mi sono sorti due dubbi.
Il primo riguarda l'assenza di soddisfazioni nel quotidiano. Può una persona vivere il quotidiano senza soddisfazioni? Può semplicemente vivere in attesa di miglioramenti o vittorie?
Il secondo riguarda pensieri sui bilanci finali. A breve farò i bilanci di fine anno e come sempre valuterò anche i miei rapporti personali. Nel 2011 sono entrate nella mia vita almeno tre belle persone e quindi potrei definirlo buono. Ma una persona molto importante ne è uscita lasciando in me un grosso vuoto che al momento non riesco a colmare. Ora se ragionassi da economista potrei dire che è stato un anno buono. Ma rimane un dubbio. Possono tre nuove belle conoscenze compensare una che ci abbandona?
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