(pubblico con ritardo la seconda parte causa testa fra le nuvole...)
Seconda parte del mio viaggio che come facevano con i film è diviso in due parti. Ovviamente sono arrivato in ritardo di 50 minuti e ho perso la coincidenza. Ma invece di lamentarmi e basta ho usato le armi in mio possesso (ovvero la conoscenza). Ho cercato il capotreno che uno sgaurdo incazzoso e dandomi del tu mi ha chiesto cosa volessi. Esposta la mia domanda (visto che perderò il treno mi sa dire quello successivo per Acqui?) mi ha risposto che mi aveva risposto prima. Stupito ma ancora calmo gli dico che aveva risposto a qualcun altro ma non a me (per un attimo mi sono chiesto ma sarà buddista? parlava di vite precedenti?).
A questo punto inizia a darmi del lei (solitamente prima si da lei e poi si prende confidenza e si da del tu) e mi dice che se non prendo quello delle 1541 posso prender quello delle 1547.
Dubbioso ma ancora calmo gli chiedo come mai ci siano due treni a soli 6 minuti di distanza per acqui terme che non è esattamente il primario centro di attrazione del piemonte.
Indispettito mi comunica che alla 1547 il treno parte da principe. Ora chi conosce Genova starà già ridendo ma mettiamo che qualcuno viva a Correggio e non sappia come sia fatta Genova faccio un breve excursus.
Arrivando da sud si trovano due grandi stazioni a Genova: la prima denominata Brignole e la seconda Piazza Principe. Il capotreno mi aveva detto che avrei potuto prendere il treno a Principe cioè lo stesso che avrei perso a Brignole. Come non me lo ha saputo spiegare. Se avessi facebook almeno gli avrei intimato di toglierlo dalle amicizie.
Ora sempre meno calmo gli ho fatto notare che aveva detto una cazzata e indispettito mi ha detto che il treno successivo sarebbe stato alle 1706 (su cui sto scrivendo questo pezzo).
Va beh prendiamola con filosofia, c’è chi sta peggio di me anche se penso che in questo momento mia sorella ha le maniche corte prende più soldi a fare caffè di quanto ne prendeva in italia a farsi le notti in ospedale. E lei sta meglio di me.
Messa da parte la filosofia mi sono detto che vista la vena creativa del giorno mi sarei potuto sistemare in sala d’aspetto a scrivere un po’. Ma ancora non sapevo cosa avrei scoperto di lì a poco.
Sono a Brignole e scopro che non c’è più la sala d’aspetto proprio oggi che io dovrei aspettare. vedo il sole e cerco il mio posto al sole ma il folto numero di barboni non lascia spazio a me munito di un’enorme valigia. Inoltre stanno dissertando sula tassonomia animale e non mi va di sentirmi ignorante (a proposito ma perchè tutti barboni che conosco hanno dei livelli di cultura così elevati?) anche qui, anche ora.
Torno dentro e cerco mio fratello per comunicargli il mio ritardo. Ma mio fratello, che oggi sarà il mio autista è già sulla strada. Per Savona. Succede. A questo punto potrebbe anche dirmi che lui in realtà non è mio fratello ma abbiamo troppe cose in comune, tra cui una sorella che come bianca e bernie sta nella terra dei canguri.
Svelato il problema di misunderstanding ( in italiano: mamma) mi fermo e ricevo una piacevole telefonata.
Passata quella vado in cerca del binario e mi trovo davanti al treno dopo aver investito 1,30 in una bottiglia d’acqua in bottiglia (non riuscivo a buttare la bottiglia).
Eccolo ora mi attende un luogo caldo e accogliente dove sfogare la mia vena creativa improvvisa.
No miei cari lettori perchè è chiuso. Attendo al freddo e al gelo vicino a una coppia di signori (mancavano giusto l’asinello e il bue) l’arrivo del salvatore.
E così arriva finalmente il capotreno che sembra la fotocopia sgualcita della brutta copia di gerard depardieu. Ci guarda e ci chiede cosa vogliamo (la tentazione era dire un caffè alto al vetro!).
Notata l’ovvietà ci apre e posso finalmente mettermi comodo e scrivere questo pezzo.
E la cosa che mi stupisce è che sono ancora calmo. ma se la signora davanti a me non la smette di urlare metto in pratica tutto quello che ho imparato nelle edizioni di Dexter.