Oggi ho avuto la conferma che tutti si sono accorti che la crisi in Italia c'è davvero. Tutti tranne Bersani, il cane di mio fratello e il giovane studente di ingegneria che presta servizio presso la Biblioteca di Medicina.
La situazione è un classico dei mie pomeriggi. Sto ritornando dalla biblioteca e salgo su un autobus. Si tratta della Lam Rossa che porta i turisti dalla torre alla stazione e all'aeroporto. Sono le 1930, i turisti sono pochi, rimane qualche lavoratore e i venditori di Piazza dei miracoli.
Due di questi si siedono dietro di me, credo siano senegalesi, che dopo avermi salutato iniziano a parlare.
Della giornata? No. Del clima? Nemmeno. Della crisi. Il primo inizia a dire che ormai l'Italia è in crisi, si note dal fatto che gli italiani non hanno soldi per comprare gli accendini. Inizia quindi un monologo di difesa degli Italiani che non è che non comprano da lui perché non gli va oppure si sentono infastiditi dai venditori. Non comprano perché sentono la crisi.
Ora di certo non dovevano essere due ragazzi venuti in Italia in cerca di fortuna a darci lezioni di economia sociale ma saper che anche chi è (o crediamo sia) ai margini della società si sta accorgendo che un cambiamento è in atto.
E ora chi lo dice al ragazzo di ingegneria?