...per ora godetevi il titolo...
Aggiornamenti a breve?
martedì 8 gennaio 2013
sabato 5 gennaio 2013
Lascia stare i santi e pensa a tutti quanti
Il mio primo tweet dell’anno riflette le parole del titolo. E’ nato così, senza una motivazione particolare. Qualche minuto fa però ho avuto un’ispirazione e scrivo il primo post dell’anno.
Ogni volta che sto male, e succede molto spesso, scorro la rubrica del telefono in cerca di qualcuno che possa semplicemente ascoltarmi. Ho una cosa come centocinquanta contatti nella rubrica. Tolti quelli imposti tipo servizio clienti et similia e quelli familiari me ne rimangono ameno un centinaio. Non riesco a chiamare nessuno di loro. Non riesco perché mi sembra di disturbare, perché penso che avranno le loro cose, i loro pensieri. Penso che magari potrei interrompere la loro cena, il loro studio, il loro lavoro. Mi sento come un intruso che cerca di entrare a forza nella loro vita. Ora se mi vedo dall’altra parte non ci vedo nulla di male nell’essere interrotto dagli altri, sia a cena che nello studio. Non si decide di stare male e soprattutto non si sa quando.
Inoltre so che se un amico mi chiama ha bisogno, ed essere amici vuol dire investire tempo ed energie per l’altro. So di essere un buon amico e almeno in questo non ho fallito. Lo dimostra il fatto che i miei amici sono diversi per tutto: sesso, politica, religione, accento, lavoro ed età. In comune hanno me; sono il collante di questo universo di bellissima diversità. Li ho conosciuti nelle maniere più strane, chi al cinema e chi in ospedale, chi tramite un racconto e chi perché ci sono andato a letto. In quel momento, ovunque mi trovassi, è scoppiata un’alchimia dettata dal momento e propensa a trasformarsi in sintonia.
Sono circondato, anzi mi sono circondato di belle persone. Belle in senso lato, perché hanno da darmi qualcosa di loro, dirmi qualcosa di loro e donarmi un po’ del loro tempo. Nonostante dichiari sempre che i miei amici debbano essere intelligenti quanto me mi considero meno intelligente di loro e di conseguenza tutto ciò che mi riguarda viene sminuito da me stesso.
In preda allo sconforto, agli occhi gonfi e alla stanchezza mentale abbraccio il cuscino e mi corico a letto rendendo felice ancora una volta il mio compagno oscuro. Me lo immagino seduto alla scrivania, seduto ad osservarmi, quasi a gustare il mio stato d’animo. Il compagno oscuro: tu chiamalo se vuoi depressione. Ma se non lo conosci tranquillo puoi benissimo farne a meno.
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