Pioveva che sembrava dovesse finire tutto nel giro di una notte e le mie fedeli compagne di sonno non avevano fatto il loro preziosissimo lavoro. C'era il rumore delle gocce sulla porta finestra che apre il mio mondo al nostro giardino botanico. Osservavo il quadro nuovo che da ieri sovrasta i miei pensieri. E' un'opera unica fatta in cartapesta. Rappresenta una nave diretta non si sa dove ma comunque con una direzione chiara. Un po' come se il capitano fosse muto e non riuscisse a spiegarvi dove state andando.
Tra la pioggia e il piccolo vicino di casa che piangeva forse per paura oppure per fame venivo preso dai soliti pensieri tristi, quegli stessi pensieri che mi fanno stare lontano da tutti in attesa di essere cercato. Chiedere aiuto diventa sempre più difficile, l'idea di falsa sicurezza che hai creato per tranquillizzare gli altri diventa così veritiera che ci caschi pure tu. Un gioco peraltro che riesce a strapparti un sorriso pensando quanto sia banale cadere nelle "trappole" che hai creato tu stesso. Così non chiedo, ma aspetto.
E nell'attesa parlo con il mio compagno oscuro e stufo di averlo troppo presente nella mia vita trovo la soluzione più banale per tenerlo a bada: una fidanzata. Il compagno oscuro e la compagna intelligente, quasi quasi ci scrivo un libro visto che ora occupato come è penserà un po' meno a me. Forse.