sabato 6 aprile 2013

Dalle stelle allo stallo

Il bar Bianconero è popolato delle migliori razze di esseri umani. Basta passarci un pomeriggio di una domenica primaverile seduto nel dehor che abbraccia la piccola piazza del paese. Insomma quello che Vittorio sta facendo ora, in attesa del suo aperitivo e dei compagni di bevute.
Nell'attesa ammazza il tempo osservando gli altri avventori, sempre i soliti, sempre alle solite ore.
Alla sua destra è incuriosito da una strana coppia. Hanno un qualcosa di nobile, quasi regale. Il marito sembra più vecchio della moglie fisicamente e basta vedere il loro moto verso la ricerca del tavolino migliore per notare l'evidente differenza di linearità nei movimenti. La donna infatti è molto più agile e si muove quasi con grazia in mezzo agli altri clienti del bar.
In un tavolo vicino due ragazzi gemelli, alti come due torri,  entrambi vestiti con una camicia a righe. Sembrano stranieri, vestiti con la stessa maglietta a righe e un cappello particolare (a Vittorio ricordano i gondolieri di Venezia).
Ma le stranezze non sono finite. Nella piazza stanno arrivando tre cavalli, due bianchi e uno nero, probabilmente presi a nolo per una passeggiata sulle colline che fanno da cornice al piccolo paese.
A concludere il quadretto che allieta l'attesa di Vittorio due squadre di bimbi stanno giocando nella piccola piazza a un gioco che ricorda palla avvelenata ma senza palla (giusto per togliere ai piccoli umani la possibilità di fare troppi danni in una tranquilla domenica pomeriggio).
Vittorio osserva il tutto e attende un segno, un'illuminazione, un qualcosa che lo faccia uscire dalla sua immobilità davanti al suo bicchiere.
Ma si sa, la vita di un alfiere è sempre dura.