sabato 31 ottobre 2015

Festival di Castocaro?

Nell'attesa di riprendere a pubblicare qualche post scritto in questi mesi rompo il silenzio con un video musicale.
Conobbi questo cantante grazie ad A mio unico insegnante musicale e l'altro giorno l'ho riscoperto grazie a F una nuova entrata nella mia vita.
Al primo ascolti ridi: ha una melodia orecchiabile e il testo fa ridere.
Al secondo ascolto ti fermi maggiormente sulle parole e passi dal ridere al sorridere.
Al terzo ascolto, mentre già la canti, il sorriso lascia spazio al ricordo a volte amaro a volte accettabile e capisci che tanto banale non è...
Buon Ascolto

Ecco il video di Immanuel Casto qui

mercoledì 15 luglio 2015

Il meraviglioso mondo di Internet

Internet! Che meraviglia. Come potrei negarlo da fruitore di streaming, acquirente on line e fruitore delle applicazioni per il smartphone.
Ma ieri, sono riuscito a creare un piccolo polverone proprio grazie a esso.
Ho letto un articolo su Sportweek, il settimanale della gazzetta dello sport, dedicato all'omosessualità nel rugby con una parte specifica sul rugby e sulla prima squadra gay friendly italiana (e ora ho finito tutti i termini stranieri che posso scrivere in un post...ops). Poiché oltre all'immagine che non è provocatoria in sé ma per quello che credo susciti in molte persone c'era un articolo scritto in maniera chiara e semplice che affrontava l'argomento. Ora sicuramente un articolo così su quel tipo di rivista, che ha una certa tiratura oltre al fatto che si trova in tutti i bar e circoli italiani, ha un certo valore.
Ma il mio problema non è stato quello, bensì la fantastica idea di consigliarne la lettura a molti contatti della mia rubrica (proprio grazie al fatto che tramite whatsapp e quindi internet in pochi secondi lo invio a molti).
Dopo questo il diluvio.
Tra messaggi che mi dicevano che fosse notizia vecchia, che non erano interessati anche chi semplicemente lo avrebbe letto dopo il mio povero telefono (o meglio telefono da povero che mi è costato ben 89 euro) si illuminava senza sosta.
Ma il punto non è nemmeno questo per cui veniamo al punto.
La stragrande maggioranza dei commenti erano fatti da persone che l'articolo non lo avevano letto ma ne avevano sentito parlare su Facebook o alla radio o al bar (dove volendo avrebbero trovato il settimanale). Questo mi ha stupito, non tanto il fatto che si giudichi tutto, quello è normale (anche se ognuno dovrebbe essere conscio delle proprie conoscenze e dei propri limiti per evitare di fare brutte figure)ma che internet rischia di diventare il "pensatoio" di tutti. Quello che hanno sempre fatto le religioni fino ad ora. E allora inizio a pensare che forse tanto meraviglioso non è.

martedì 7 luglio 2015

Felici e contenti

Oggi ho ricevuto il quarto invito a un matrimonio e quindi soddisfo a pieno la trama di Quattro matrimoni e un funerale. Purtroppo non potrò andarci e mi dispiace molto. Innanzitutto sono stato invitato da una ragazza che non vedo da anni e il fatto stesso che si sia ricordata di me vuol dire che un segno lo lascio ancora. In secondo luogo ho ricevuto l'invito più bello, economico e originale di sempre. Invece del solito biglietto con annunci più o meno pomposi di genitori felici di aver sistemato un figlio (come se fosse un maglione) a quelli con foto scontate o battute o a quelli ancora in cui mi hanno confuso con mio fratello. Questo invito è arrivato per posta elettronica. Niente carta, niente spesa. L'ho letto al volo e l'ho riletto a voce alta a mia madre. Dopo aver risposto alla futura sposa le ho chiesto di poterlo pubblicare e per la prima volta, pubblico per intero i nomi e cognomi. Buona lettura.
 
In principio fu Galileo: diceva che la Terra girava intorno al sole e per questo fu bollato come eretico. Nessuno gli credeva.
Poi fu Basaglia: diceva che la follia si può, anzi, si deve curare fuori dai manicomi. Lo accusarono di essere un narcisista che giocava le sue teorie sulla pelle dei pazienti. Nessuno gli credette.
Poi furono Marcos e gli zapatisti, che parlavano di cambiare il mondo dal basso senza prendere il potere, di un mondo che contenga tutti i mondi. Si disse che erano dei selvaggi visionari guidati da un intellettuale snob. Nessuno credette loro.
Poi furono le Madri de plaza de Mayo, che chiedevano memoria, verità e giustizia. Nessuno credeva che sarebbero riuscite 29 anni dopo a portare in Tribunale gli assassini.
Poi, udite udite, furono Sasha e Ugo: nessuno pensava potesse iniziare, poi che potesse durare e adesso nessuno crede loro quando annunciano che SABATO 18 LUGLIO SI SPOSANO!
Al mattino saranno in un Municipio extraurbano con i testimoni e 6 parenti tra tutti e due, ma la sera vi aspetteranno dalle ore 20 al Caffè Basaglia in via Mantova 34 per festeggiare con prosecco, salame e formaggio.
Se nessuno ci crederà ci troveremmo da soli e sarebbe triste, per cui vi chiediamo di esserci e di confermare la vostra presenza per non far impazzire chi ci aiuterà: cuoco, barista e i ragazzi.
Stupiti..?
Un ABBRACCIO
Sasha y Ugo
 
Non vi viene voglia di andare al matrimonio?
 

mercoledì 27 maggio 2015

Ritorno al futuro

Correva l'anno 1990 ed era estate. Avevo dieci anni a provavo quella sensazione che si chiama felicità. Ero bello con quella testa tonda, i capelli dritti e il gel sopra. Noi ragazzi del campeggio eravamo soliti passare i pomeriggi insieme tra i giochi del parco, il gelato, il calcio-balilla (ai tempi lo chiamavo così prima di contaminare il mio savoiardo italiano con l'arrogante toscano) e le chiacchiere.
Giocando trovai un portafoglio e lo portai direttamente al bar del campeggio, dotato di un bellissimo altoparlante, che immediatamente comunicò il ritrovamento.
Tempo dieci minuti e e l'altoparlante mi chiama a rapporto. Si proprio me! Mi ricordo ancora il momento, come se mi dicessero "Puoi ancora essere Miss Italia" oppure "Secondo me hai l'X-Factor". Felice me ne vado al bar (stavo per scrivere me ne vo...) e davanti a me trovo il proprietario dell'oggetto smarrito che mi regala cinquemila lire per ringraziarmi della correttezza. Esco e riprendo a giocare.
Dopo un pomeriggio che sa di quel sudore che non è da bambini né tantomeno da adolescenti, insieme ai miei fratelli torno a casa e a cena, luogo predisposto da sempre nella nostra famiglia per raccontarci tutto riferisco l'accaduto.
Mia madre perentoria mi dice che non dovevo accettare i soldi (cinquemila lire nel 1990! Un ghiacciolo costava 50 lire!) perché ho semplicemente fatto la cosa giusta. Mio padre invece le fa notare che sono stato premiato per il mio comportamento corretto a posteriori. Per fortuna mio padre ha la meglio.
Il giorno dopo con le mie cinquemila lire offro il gelato a tutti i bambini e qui potrei scrivere un pezzo sul perché sono un cattivo investitore (ma un buon investimento!).

Eccoci al 2015, durante il caldo mese di maggio toscano. Sono cambiate parecchie cose nella mia vita: vivo a Pisa, possiedo boschi e un pezzo di una casa, Parlo inglese, spagnolo, francese e intendo la lingua italiana dei segni ma ho spesso dubbi di italiano. Alla fine sono solo più grande, ma con la stessa etica di un tempo per cui non rubo, mangio composto a tavola e per andare in bagno chiedo alla mia mamma.
Qualche giorno fa contatto un vecchio amico (declassato poi a conoscente) per andare a salutarlo. Ci vediamo a casa sua, chiacchieriamo e torniamo alle nostre cose.
Il mattino seguente alle otto squilla il telefono e mi ritrovo a parlare con l'amico (ancora per poco) del giorno prima.
Dopo le formalità inizia a dire che stava uscendo per andare al  lavoro ma si era accorto di non avere con sé il portafoglio. Ci gira intorno, mi dice che escluso me nessuno è entrato in casa per concludere con "più che altro per i documenti" e chiedermi direttamente se l'ho preso io (aggiungendo un simpatico "per caso").
Cinque minuti passate le otto e già mi ritrovo con la fedina penale sporca: la giornata si preannuncia lunghissima.
Ovviamente io rispondo che non ho preso per caso nessun portafoglio e la nostra telefonata si conclude.
Ormai sono spacciato, in poco tempo finirò in carcere, niente wifi e porno gratis su internet ma soprattutto niente rasoi a mano libera. Mi affretto a fare l'unica cosa che dovrebbe fare un condannato e senza chiamare l'avvocato mi riguardo l'ultima puntata di Breaking Bad.
Alle nove suona il telefono, ho ricevuto un messaggio. Il testo recita: "Il portafoglio era caduto tra cuscino e braccio della poltrona. Sto male x (ndR si proprio la "x") averti chiamato. Scusami."
E' finita, non sono un ladro e potrò rivedermi Breaking Bad e fare tutte quelle migliaia di cose che volevo fare nella mia vita.
Ora mi permetto di dare un lezione di stile al mio accusatore.
1) Se non trovi il portafoglio la prima cosa da fare è cercarlo. Ti suonerà strano ma sono più gli smarrimenti che i furti. Inoltre nella lista dei posti più banali ci sono la tasca dei pantaloni del giorno prima e tra i cuscini del divano.
2) Chiedere direttamente al presunto ladro se ha preso per caso il portafoglio è come dargli dell'ingenuo: qualora lo avesse fatto pensi che te lo ridarebbe dopo una semplice richiesta?
3) Fidarsi è un rischio e comporta una scelta. Io mi fido se non altro perché fa vivere bene.
4) Prima di accusare qualcuno, chiedigli se ha un blog. Metti caso che poi ci scrive un pezzo sopra.
5) Non aspettarti il perdono soprattutto se l'accusato crede nella giustizia. Fattene una ragione e cancella il suo (mio) numero.

giovedì 19 marzo 2015

Indovina chi viene a cena?

Un, due, tre strada!

Ogni volta che vedo un senzatetto mi chiedo se abbia ragione lui. Lui che il midollo della vita cerca di succhiarlo davvero, senza vivere tra otto ore di lavoro al giorno a fare qualcosa che magari gli piace ma comunque non lo soddisfa. Senza pensare alla migliore tariffa adsl o a come fare con l'ennesimo sciopero dei treni.
A Murcia conobbi un barbone che pur vivendo per strada non aveva rinunciato a studiare e giorno dopo giorno proseguiva lo studio del tedesco da autodidatta. Del tedesco, diamine! E io ancora non ho cominciato.
Nella mia vita da "con-tetto" ma ben poco contento mi chiedo se ci sia un lavoro che posso darmi soddisfazione e non solo piacere. Insomma un qualcosa per cui valga la pena svegliarsi.
Purtroppo le mie indagini non Doxa tra amici rivelano che in fin dei conti non conosco una persona soddisfatta del proprio lavoro e che alla fine il lavoro è un mezzo per altro. Ma 8 ore al giorno sono un mezzo? Sono una schiavitù.
Allora oltre a parlarne ai miei amici barboni ne parlo ai miei amici barbuti e non e la stessa sensazione di non voglio diventare come te (amico barbuto o non barbuto ma comunque con-tetto).
Il mio terapeuta non soddisfatto del suo lavoro mi ricorda spesso che non troverò la soddisfazione in questo mondo intendendo il mondo occidentale (il mio terapeuta è ateo, avevate dubbi?) tra un fidanzamento, un mutuo e otto ore di lavoro in ospedale.
Per cui passo alla stazione e mi chiedo... se avessero capito tutto loro? Se per diventare contento bastasse vivere alla giornata? Sarò il nuovo Thoreau? Intanto cerchiamo un cappotto...

giovedì 12 marzo 2015

Il ragazzo con l'Idea

Mentre il tempo scorre e sembra che il sole non arrivi io continuo a fare nuove conoscenze. Grazie a bla bla car ho conosciuto il ragazzo con l'Idea.
Il ragazzo con l'Idea ha quello che molti vorrebbero, altri cercano ma quasi nessuno ha: un'idea geniale. Ora se avessi quei centocinquantamila euro saprei come investirli e sono sicuro che la sua idea avrebbe successo (beh se investissi tutti quei soldi la sua idea diventerebbe la nostra idea e l'altra sua Idea diventerebbe l'Idea di qualcun'altro).
Ma ahimè io non so nemmeno cosa farmi per cena e il frigo non mi suggerisce nulla figuriamoci se so dove trovare tutti quei soldi. Però il ragazzo con l'idea e con l'Idea (si le ha entrambe!) mi porta a riflettere sulla gente intorno a me e su quel senso di vuoto che mi danno. Poca intelligenza e poca scienza. Poca originalità e poche idee. E intanto il ragazzo con l'idea e con l'Idea continua a viaggiare verso il nord su una Fiat Idea e con una meravigliosa idea in testa.