sabato 31 marzo 2012

Dialogo tra un bimbo in crescita e uno zio errante

La cosa che mi affascina dei bambini è spesso la loro razionalità. Alla faccia degli adulti che crescendo sono sempre più fideistici nei confronti di fedi di diversa natura, partendo da religioni (usate e plasmate secondo i propri interessi come se fossero librerie componibili dell'Ikea), passando per il calcio e finendo spesso all'outlet e al terribile shopping domenicale (che risolverà la crisi?).
Su richiesta di mio nipote e del suo interesse per Galileo gli ho comprato un bellissimo libro. Divorato in breve tempo e superate le prime domande relative alla famiglia Medici (zio ma erano tutti dottori?) e la biografia legata alla sua presenza a Pisa (proprio come te zio) siamo arrivati alla questione Galileo e la Chiesa.
Ora Calvin (che è il soprannome di mio nipote) mi ha chiesto come mai il Papa fosse arrabbiato con Galileo per quanto riguarda la questione della Terra che gira intorno al Sole nonostante avesse ragione. Ovviamente per filo e per segno, pieno di profondo piacere ed enorme soddisfazione per il nascente spirito critico dell'ultimo dei Grillo, ho sfoggiato tutto il mio sapere liceale (nonostante non abbia fatto le scuole alte) e ho risposto a tutte le domande in merito. La sua faccia soddisfatta mi ha ripagato del riuscire a trasmettere concetti talvolta difficili per un bimbo di terza elementare. E guardandolo sul finire del discorso, pensando alla sua testa e a quello che ancora ci si aspetta da lui mi sono detto che forse un cambiamento in meglio è possibile nonostante la tv, l'acqua depurata e il calcio. Eppur si muove diceva quel tale...

giovedì 22 marzo 2012

Il pranzo di Babette

Ho sempre pensato che il cibo fosse un contorno ai piacevoli pranzi. Contorno poiché nei momenti di socialità tra amici il cibo è l'ultima cosa a cui dovrebbero pensare ospiti e padroni di casa. Spesso però è la prima cosa cui pensano tutti. Il bicchiere giusto, il cibo lauto, il vino adatto. 
Domenica sono stato invitato a un pranzo così bello che non trovo aggettivi che possano rendergli giustizia. Il cibo era giusto, nessuna portata in più, in perfetto stile dei padroni di casa. La casa era luminosa ma soprattutto gli invitati erano autentici. Autentici nel senso più lato del termine, con il loro essere unici. Sono queste le domeniche che mi piacciono, con la sobrietà presente in tavola e nelle persone. Dove si mangia il giusto, si parla molto e si condivide di più.