mercoledì 27 giugno 2012
lunedì 25 giugno 2012
Le regole dell'infradito
Per tacer di Internazionale
1) Le infradito le puoi portare in spiaggia, in spiaggia e talvolta in spiaggia d'inverno. Per il resto evita.
1) Le infradito le puoi portare in spiaggia, in spiaggia e talvolta in spiaggia d'inverno. Per il resto evita.
2) Le infradito sono un insulso pezzo di plastica. Non ti rendono più bello, solo più inquinatore.
3) Se sono di marca fai solo la figura del cretino. Perché spendere trenta euro per un pezzo di plastica che i cinesi ti vendono a tre?
4) Se proprio vuoi metterle per uscire assicurati di essere una donna e di averne un paio in pelle.
5) Ai matrimoni sono bandite. Anche se odi la sposa e se sei stata a letto con lo sposo poco tempo prima. (Mi rivolgo al femminile perché non ho mai visto un uomo con le infradito a un matrimonio; però ho conosciuto uno che si è sposato con le quechua nere)
6) Ma soprattutto perché quelle con la bandiera del Brasile?
sabato 23 giugno 2012
la differenza tra me e me
Scriverei di fragole ma ho in testa solo mele. Oggi il Riccardo che scrive e il Riccardo che sopravvive si sono dati da fare per inscenare una lite degna di finire su Forum. Pare infatti che il Riccardo che scrive voglia trattare argomenti se non metafisici almeno ottimistici mentre il Riccardo che sopravvive abbia idee molto differenti in merito. Ora non che nessuno dei due abbia particolari caratteristiche che lo possano ricondurre a qualche importante filosofo greco, ma sono proprio in guerra. A questo la commissione di garanzia che si trova a livello del lobo destro ha ricevuto parecchie lamentele. Toby, il criceto che da anni si sforza di collegare i miei tre neuroni per salvarmi dai crash non riesce più a lavorare e tutto questo si trasferisce più in basso dove gli Umpa Lumpa che ho assunto in seguito alla crisi della fabbrica di Willy Wonka (vatti a fidare degli imprenditori che usano la pubblicità) cercano di mandare avanti il mio stomaco abbastanza sofferente. Al lobo destro lavorano per cercare di salvare la situazione ma al momento non si vede soluzione. Voci di corridoio dicono che ne rimarrà solo uno. E ora per chi faccio il tifo? Platone o Aristotele?
giovedì 14 giugno 2012
Acquae
Cominci con la piscina dei piccoli, quella dove gli adulti toccano il fondale senza problemi. Cominci con il salvagente intorno alla tua pancia che ti garantisce sicurezza e ti permette di muoverti in un bacino d'acqua che a te sembra enorme.
Passa il tempo e ti perfezioni, inizi con i corsi di avviamento al nuoto e nuoti due volte a settimana nella piscina del tuo paese. Passa altro tempo e finalmente puoi andare al mare con i tuoi amici e raggiungi la boa senza problemi.
Aumentano le sfide e diventi agonista, prima le gare provinciali, poi le regionali e sogni le olimpiadi. Sei padrone della tua tecnica e con gli anni sei consapevole della tua bravura. A volte ti credi quasi invincibile.
Passa altro tempo e ti trovi ad affrontare un'emergenza. Il fiume che ti ha visto crescere esonda e tu lo affronti. E inizi a nuotare, a nuotare, a nuotare. Dai il meglio di te stesso e metti in pratica tutta la tua esperienza, che a fatica hai accumulato negli anni. Dietro le tue capacità ci sono rinunce, sacrificio, spese, amici persi per strade diverse. E mentre nuoti pensi che puoi farcela. Ed è vero, hai tutte le carte in regola. E nuoti, nuoti, nuoti. Ma la furia dell'acqua non cede. E ancora nuoti, nuoti, nuoti. Inizi a sentire la stanchezza, le gambe cedono. Poi passa alle braccia. Ti senti senza forze e a dire il vero lo sei. Eppure hai tutte le carte per farcela. Tutte? Il tempo è il tuo limite e per quanto tu possa sperarlo tu non puoi agire su di esso ma puoi solo accettarlo, nello specifico subirlo. Nuoti, nuoti ma non ce la fai più. A questo punto inizi a cedere, il corpo è stressato e la mente riprende il controllo. Ti rivedi bambino in quella piccola piscina e ti rendi conto che quel salvagente è stata una grossa illusione. E tu hai smesso di nuotare.
lunedì 11 giugno 2012
I miei primi cento giorni senza alcool
Niente medaglie, tranquilli. Ma sono ormai un centinaio di giorni in cui non tocco alcool. Almeno credo siano cento, ultimamente con le date e le programmazioni sono litigioso. Cento giorni senza vino, birra e simili. Cento giorni con due matrimoni, una prima coercizione e abbastanza due di picche da rimettermi a bere. Eppure sono qui, con tre chili in meno e la lucidità sempre presente. Sono stati giorni belli? Assolutamente no, la fatica quotidiana del vivere incombe parossistica su di me e la possibilità di salvarmi dal naufragio è pari alla possibilità dell'Italia del salvarsi dal tracollo nel giro di tre mesi.
Senza alcool ho vissuto forse più intensamente? Nemmeno, ho solo permesso ai miei pensieri di occupare il vuoto prima occupato dal bere. Certo non ho mai perso lucidità. Ma è un bene rendersi conto di cosa ti capita nella vita? Tutta questa razionalità dove ti può portare? Ispirerò la prossima canzone sanremese di Cristicchi?
In questi cento giorni ho proseguito la ricerca della sobrietà, ho regalato libri, vestiti e la mia stanza mi sembra troppo grande al punto che se potessi ne cercherei una più piccola ancora. Il mio telefono è spento per la maggior parte del giorno e ovviamente tutta la notte. A volte non rispondo nemmeno al fisso.
Insomma il naufragio è vicino, di dolce avrà ben poco ma almeno ci arriverò leggero. E magari sarà più facile salvarmi.
domenica 10 giugno 2012
sabato 9 giugno 2012
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (gentile concessione di Cesare Pavese)
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
venerdì 8 giugno 2012
La posta del cuore
Ho appena scritto a Massimo Gramellini e Natalia Aspesi. Curatori di rubriche del cuore da anni, anche se non si capisce bene a che pro, non hanno raggiunto il mio livello di eterogeneità affettiva. Io che non riesco ad avere una storia di cui festeggiare almeno il primo anniversario. Io che se mai mi sentissi dire "Diventerai padre" risponderei con un bel "Dimmi che mi hai tradito". Io che le uniche storie d'amore che riesco a vivere sono quelle di Gossip Girl con l'aggravante di fare il tifo per Chuck e Blair.
Con che coraggio io potrei far scendere dal trono Massimo e Natalia e rubar loro le rubriche? Grazie ai miei amici. I miei amici e soprattutto le mie amiche mi confidano se non tutto molto. I loro amori, i loro dubbi, le loro sviste, i loro scivoloni. Le loro emozioni, i loro tradimenti. Ogni volta che faccio notare che a me l'esperienza manca eccome mi vengono riconosciute due caratteristiche a dir loro indispensabili per essere una spalla su cui piangere, uno specchio in cui riflettersi, un abbraccio in cui perdersi. La prima è l'obiettività, la seconda la sincerità. Talvolta vanno di pari passo. A dirla tutta non posso lamentarmi se come il vaso di Pandora tengo in me tutti questi stati d'animo. A volte però penso alla mia vita affettiva, inesistente e inconsistente. Ogni volta ripenso all'ultima volta che ho detto ti amo. Era una domenica mattina, appena svegliati. Ci guardiamo e senza dire altro le mie terribili labbri pronunciano quelle due parole. Poteva essere bello? Poteva essere l'inizio di una meravigliosa storia d'amore? Forse ma la risposta fu semplicemente: "cosa vuoi per colazione?".
Devo riconoscermi che almeno ha saputo uscire da un empasse con stile. Sarò sfortunato in amore ma almeno so scegliere. O forse no?
mercoledì 6 giugno 2012
Poesie
Vi avevo già parlato della mia amica Simonetta ed ecco finalmente il suo primo libro di poesie uscito per i tipi di Marco del Bucchia. Sono 100 pagine di poesie di chi conserva ancora in sé la presenza di una speranza, per dirla con le parole del curatore (Alessandro Scarpellini). Lo potete ordinare presso la casa editrice, presso la vostra libreria o potete sempre chiederlo a me (e certo che ve lo faccio autografare).
Ma soprattutto potete venire a trovarmi a Pisa e conoscere un'altra persona che fa parte della mia vita dandole quel qualcosa in più.
Buona lettura, con la certezza che questo sia solo il primo di una serie di libri, antidoti all'aridità generale che mi spaventa sempre di più
P.S. E comunque sì, il Riccardo dei ringraziamenti sono io...
www.princivallesimonetta.it
www.princivallesimonetta.it
lunedì 4 giugno 2012
Vuoi tu Riccardo...
Che questo fosse l'anno dei matrimoni lo dimostrano i cerchi sul calendario e i punti che sto accumulando sul sito di Trenitalia. Ma su questo nessun problema. Il problema è che questa notte ho sognato il mio matrimonio. Con gli occhi dello sposo che entra in questo spiazzo perso nel Chianti ho visto tutti gli invitati, ognuno al suo posto e nessuna sorpresa (nemmeno nessun invitato di scambio o per cessione di ricatti morali familiari). I testimoni come da copione, la gente vestita tutta di colori diversi. Il mio primo testimone che racconta aneddoti sulla mia vita, il secondo che ne racconta altri. La mia famiglia al completo compreso una nuova entrata fanciullesca (il figlio di mio fratello forse), qualche amico con la nuova fiamma. Fin qui tutto regolare ma viene il momento in cui mi chiedo chi stia sposando. Controllo e vedo che le possibilità sono tutte tra gli invitati. Armato di coraggio mi giro e... mi sono svegliato.
Ho visto chi secondo i miei sogni dovrò sposare. Il primo che mi dice in bocca al lupo finisce male. Semmai ditemi attenti al lupo...
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