Ho appena scritto a Massimo Gramellini e Natalia Aspesi. Curatori di rubriche del cuore da anni, anche se non si capisce bene a che pro, non hanno raggiunto il mio livello di eterogeneità affettiva. Io che non riesco ad avere una storia di cui festeggiare almeno il primo anniversario. Io che se mai mi sentissi dire "Diventerai padre" risponderei con un bel "Dimmi che mi hai tradito". Io che le uniche storie d'amore che riesco a vivere sono quelle di Gossip Girl con l'aggravante di fare il tifo per Chuck e Blair.
Con che coraggio io potrei far scendere dal trono Massimo e Natalia e rubar loro le rubriche? Grazie ai miei amici. I miei amici e soprattutto le mie amiche mi confidano se non tutto molto. I loro amori, i loro dubbi, le loro sviste, i loro scivoloni. Le loro emozioni, i loro tradimenti. Ogni volta che faccio notare che a me l'esperienza manca eccome mi vengono riconosciute due caratteristiche a dir loro indispensabili per essere una spalla su cui piangere, uno specchio in cui riflettersi, un abbraccio in cui perdersi. La prima è l'obiettività, la seconda la sincerità. Talvolta vanno di pari passo. A dirla tutta non posso lamentarmi se come il vaso di Pandora tengo in me tutti questi stati d'animo. A volte però penso alla mia vita affettiva, inesistente e inconsistente. Ogni volta ripenso all'ultima volta che ho detto ti amo. Era una domenica mattina, appena svegliati. Ci guardiamo e senza dire altro le mie terribili labbri pronunciano quelle due parole. Poteva essere bello? Poteva essere l'inizio di una meravigliosa storia d'amore? Forse ma la risposta fu semplicemente: "cosa vuoi per colazione?".
Devo riconoscermi che almeno ha saputo uscire da un empasse con stile. Sarò sfortunato in amore ma almeno so scegliere. O forse no?
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