martedì 24 luglio 2012

Quando il pomodoro è veramente d'oro

Di ritorno dal medico, sconfortato perché la mia visita ecografica avverrà a novembre mi ritrovo verso la strada di casa. Vero è che la strada che mi separa dal responsabile ufficiale del mio stato di salute è breve, saranno cinquecento metri e due attraversamenti pedonali (di cui uno su viale dell'aeroporto).
Ma quei cinquecento metri mi hanno regalato un piacevole incontro.
Si chiama Piera, ha 82 anni ed è indipendente. Mi adora, perché le ho sistemato per due volte la televisione (io che non ho la televisione in casa!), ma per Febbre d'amore si fa questo ed altro. Si rivolge e me dandomi del lei perché è abituata così. Spesso la sera mi regala piccole perle di saggezza che fuori  fatico a trovare.
Oggi mi ha detto che mi stava cercando. "Cavoli dovrò risistemarle il televisore" ho pensato. Oppure spostarle qualcosa di pesante. Piera aveva un dono per me. Fresco di orto, rosso sfumato e privato della terra mi sono ritrovato con tre pomodori per cena. E mi sono reso conto che veramente tra le mano quel pomodoro valeva molto di più.

mercoledì 18 luglio 2012

Scappo dalla città 2


E mi ha mandato pure la check list!



COSA SERVE PER ANDARE IN MONTAGNA


Tutto ciò che va nello zaino va diviso in sacchetti di plastica.

Per l'igiene
Saccolenzuolo
Asciugamano scuro
Saponettina con custodia
Salviette bagnate1
Fazzoletti di carta 1 pacchetto
Spazzolino da denti
Filo dentale
Crema ad alta protezione e burro di cacao bianco
Crema doposole
Aulin
Tavor o altro per dormire oltre i 3000
Tappi per gli orecchi 2 paia
Cerotti medicati grandi e piccoli
Cerotto a nastro2

Per le escursioni

Ricambio-pioggia: T-shirt di lana e seta, calzamaglia e pantaloni di tuta3 (ma secondo la stagione potrebbe bastare anche la sola calzamaglia) slip, maglione di pile, calzettoni).

Oltre al ricambio-pioggia ci vuole:

Pantaloni combinabili (sotto i 3000)4
Calzoncini da atletica e salopette (sopra i 3000 o per ghiacciaio)
Camicia di lana o flanella 1 x sett.5
Calzini fini cotone 2 x sett.
Calzettoni 2 x sett.
Giacca a vento a guscio
Cappello di lana
Guanti di lana
Cappello bianco antisole
Fascia antisudore
T-shirt di lana e seta 1 ogni 3 gg.
T-shirt bianca di cotone 1, giusto per vanità
Slip 1 ogni 3 gg.
Ballerine6
Scarponi e lacci di ricambio7
Mantella per pioggia
(Costume da bagno, ciabatte da piscina e cuffia se si sta in albergo)








Materiale tecnico
Bastoncini da trek, sempre
Lampada frontale o pila, sempre
Occhiali da sole
Custodia rigida per occhiali
Imbracatura, cordino, casco e guanti da lavoro se si va in ferrata
Piccozza e ramponi (ghiacciaio)
Carte topografiche
Fischietto potente
Tessera CAI
Macchina fotografica
Coltello multiuso
Lapis e blocco appunti
Sacchetto per le immondizie
Fogli di giornale
Cannocchiale (nelle escursioni, nelle ascensioni è un peso inutile)

Per mangiare
80 gr./die di frutta secca mista8
50 gr./die di cioccolata
Scatola per cibo
Borraccia
Latte condensato 1 tubetto (ghiacciaio)
Bustine di thè al limone liofilizzato (ghiacciaio)
Caramelline di parmigiano (ghiacciaio)


Sul ghiacciaio
Per fare un'ascensione su ghiacciaio il viaggio si fa con scarpe e pantaloni leggeri, tutto da lasciare in autobus per il ritorno, e una T-shirt di cotone che serve anche per arrivare al primo rifugio. In autobus lasciare anche una T-shirt di ricambio.
Evitare gite su ghiacciai di oltre 5 ore perché si deve considerare sempre 1 ora in più.
Calzettoni pesanti di lana 2 x sett.9
Cappello di piumino10
Paraorecchi di pile11
Guanti di lana
Ghette
Paranaso
Imbracatura + pezzo di corda per chiuderla con moschettone a ghiera
1-2 cordini con relativo moschettone

1Servono molto di più della saponettina e ci si fa anche il bidet. Non prendere le salviette disinfettanti perché asciugano troppo in fretta.
2 Ricordati il vescicone allo Speickboden nel 2009.
3Che fanno anche da pantavento se fa freddo.
4I Bailo vanno bene per Apuane o Montagna Pistoiese: se si bagnano non asciugano mai. Per le Dolomiti ricordarsi dell'acqua presa alla festa al XII Apostoli.
5Per camminare col freddo o ci si ferma sudati.
6Da mettersi al rifugio. Se si usano i Koflach non servono.
7I Koflach sono 1/2 numero troppo grandi. Metterci una soletta.
8Meglio farsela fare al mercato di S. Lorenzo con 50% d'ananas e il resto di albicocche, banana, mango e papaia. No cocco.
9Specialmente a settembre.
10Idem come sopra.
11Idem come sopra.

Scappo dalla città


A breve fuggirò sui monti (senza Annette ma con il cielo sempre blu) e il mio compagno di viaggio mi ha spedito queste istruzioni da seguire alla lettera.

CONSIDERAZIONI PER ANDARE IN MONTAGNA L'ESTATE

MENO ROBA SI PORTA PIU' LEGGERO E' LO ZAINO CHE NON DEVE PESARE PIU' DI 10-11 KG A PIENO CARICO E BORRACCIA VUOTA.
NON SUPERARE ASSOLUTAMENTE I 12 KG: SE C’E' ANCHE LA CORDA SI DEVE CALCOLARE 3 KG IN PIU', CHE E' UNA FATICA MICIDIALE.

Si carica lo zaino mettendo sul fondo qualcosa di morbido e di uso non frequente come l'abbigliamento di ricambio e fogli di giornale che possono servire per tappare il vento o per far asciugare gli scarponi. Sopra a questi, vicino allo schienale, mettere il cibo e il necessario per l'igiene, mentre alla stessa altezza ma lontano dalla schiena mettere capi d'abbigliamento di uso più frequente come la camicia e il pile.
Lo scomparto interno della patella serve per documenti, soldi e chiavi. Quello esterno per cartine, coltello, occhiali e piccola farmacia.

Nella scatola del cibo va la frutta secca in sacchetto di Nylon, non di cellophane che si rompe, cioccolata e altro se c'è.

E' inderogabile avere un ricambio-pioggia: T-shirt di lana e seta, calzamaglia, slip, maglione di pile, pantaloni di tuta, calzettoni. Anche per escursioni di 1 giorno è imperativo portare il sacchetto col ricambio: se si arriva al rifugio fradici di pioggia o di sudore (a quote alte spesso c'è vento freddo), è un conforto avere un ricambio caldo e asciutto.

Fino a 3000 metri conviene avere i pantaloni combinabili: se è bel tempo si cammina coi bermuda e T-shirt mista di lana e seta (se fa molto caldo si cammina a torso nudo con zaino a pelle perché si risparmiano le T-shirt); se fa freddo o se piove si cammina coi pantaloni interi. Per ascensioni su ghiacciaio oltre i 3000 ci vuole invece la salopette, nel qual caso invece dei bermuda si portano i calzoncini da atletica leggera che pesano meno.


Per stare nel rifugio usare le ciabatte del rifugio, se ci se ne giova, perché, se si bagnano nei cessi se le tengono loro anziché rimetterle nello zaino. Le ciabatte nello zaino ingombrano. Per ogni evenienza è utile portare le Espadrilles, che ingombrano poco. Le ciabatte del rifugio restano comunque la soluzione migliore.


SEGNALAZIONI DI AIUTO
Lanciare un segnale acustico o visivo 6 volte al minuto, cioè ogni 10 secondi, da ripetere dopo un minuto di pausa.
Chi riceve ripete un segnale acustico o visivo 3 volte al minuto, cioè ogni 20 secondi.


Segnalazione diretta, se si è sicuri di essere visti:

braccia al cielo = OCCORRE AIUTO.
un braccio al cielo e uno a terra = NON OCCORRE AIUTO.

venerdì 6 luglio 2012

Un pensiero di Emil Cioran

Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?